sabato 2 maggio 2009

Omaggio ad un uomo

La paura di scivere sul blog e di commentare i blogs dei miei compagni sta iniziando a venire meno. Per fortuna.
Però in questo momento, in cui ho deciso di scrivere due parole su Panagulis l'esuberanza va via, lasciando spazio alla paura di sempre.
Ho "conosciuto"questo personaggio durante la lettura di "Un uomo"della Fallaci, libro spendido e sincero, scritto con la sua solita, meravigliosa franchezza.

Dopo averlo letto, questa storia d'amore, ma più che altro di vite inusuali e vissute in pieno, per questo interessanti, mi è rimasta dentro e mi ha portato ad amare quest'uomo che aveva ispirato tanta profondità in Oriana.
Così si apre il libro, sull'immagine del funerale di Panagulis.

"Un ruggito di dolore e di rabbia si alzava sulla città, e rintronava incessante, ossessivo, spazzando qualsiasi altro suono, scandendo la grande menzogna. Zi, zi, zi! Vive, vive, vive! Un ruggito che non aveva nulla di umano. Infatti non si alzava da esseri umani, creature con due braccia e due gambe e un pensiero proprio, si alzava da una bestia mostruosa e senza pensiero, la folla, la piovra che a mezzogiorno, incrostata di pugni chiusi, di volti distorti, di bocche contratte, aveva invaso la piazza della cattedrale ortodossa poi allungato i tentacoli nelle strade adiacenti intasandole, sommergendole con l'implacabilità della lava che nel suo straripare divora ogni ostacolo, assordandole con il suo zi, zi, zi. Sottrarsene era illusione."

Ieri ricorreva l'anniversario della morte di Alekos, il 1°maggio del '76 e con due parole mi andava di ricordarlo.
Era un eroe scomodo, sapeva troppo.
Lascio qui una sua poesia: i miei commenti sarebbero superflui, è già abbastanza eloquente .

Esplosione

Voi, tombe che camminano
insulti viventi della vita
assassini del vostro stesso pensiero
manichini antropomorfi

Voi che invidiate le bestie
che offendete l’idea del Creato
che chiedete rifugio all’ignoranza
permettete alla Paura di farvi da guida

Voi che avete dimenticato il Passato
che vedete il Presente con occhi appannati
che non avete interesse per il futuro
che respirate solo per morire

Voi che solo per gli applausi avete le mani
e che domani applaudirete
con più forza di tutti come sempre
e come ieri, e come oggi

Sappiate allora voi
scuse viventi di ogni tirannia
che i tiranni li odio tanto
tanto quanto ho schifo di voi.

Isolamento.Giugno 1971.
Scritta per la prima volta con il sangue,
su un pezzo di carta lercia.

1 commento:

  1. Ma come scrive bene questa donna...
    (Uso il presente. è un meccanismo di scissione!)
    Ogni volta che la leggo sa sempre ri-sorprendermi. Ci riescono in pochi.

    "Voi che respirate per morire"
    Andrò a letto-è quasi l'ora :)!!- con questa immagine. Consolante.
    'notte

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